Castello Quistini
Tra rose, storia e leggenda: dal 1° aprile a fine luglio

A Rovato, in provincia di Brescia, il Castello Quistini apre i battenti per mostrare l’antico palazzo e I bellissimi giardini.
Un itinerario intitolato “Tra rose, storia e leggenda”, che guiderà alla scoperta di uno dei primi giardini bioenergetici in Italia, a prima vista un piccolo angolo verde, la cui progettazione racchiude però studi ben precisi dell’ecodesigner Marco Nieri relativi all’influenza delle piante sul corpo; un labirinto di rose che nella sua semplicità rappresenta la storia della rosa fino ai giorni d’oggi; un hortus con una piccola collezione di piante officinali e curative; un antico frutteto che porterà alla scoperta di frutti mai sentiti prima come il biricoccolo, ibrido naturale tra susina e albicocca.
Una gita all’insegna dell’arte e della cultura passeggiando tra splendidi giardini di rose, ortensie, tulipani, profumi e aromi e scoprendo le storie e le leggende di questo antico palazzo che come ogni castello che si rispetti nasconde anche qualche piccolo mistero.
Castello Quistini è stato inoltre selezionato per partecipare al concorso “Il Parco più Bello d’Italia”, premio nazionale di parchi e giardini, giunto all’ottava edizione.
Il percorso del Castello è, inoltre, arricchito da alcuni oggetti misteriosi nascosti in natura. Figure d’animali realizzati con materiali riciclati affiorano dall’acqua del laghetto o tra i cespugli di rose e vi accompagneranno in questo magico itinerario. (fonte: Popolis)

In breve
Quando:
tutte le Domeniche e festivi
dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 18,00
fino a fine Luglio
Dove:
Via Sopramura 3/A 25038, Rovato (Brescia), Info: tel. 3391351913


“Ottavio Amigoni 1606 – 1661”
a cura di don Giuseppe Fusari, Museo Diocesano di Brescia, via Gasparo da Salò 13.
Mostra Prorogata fino al 14-04-2012. Info: tel. 030.40233.

La mostra è dedicata a Ottavio Amigoni, importante pittore bresciano del 600, è stata curata dal direttore del Museo Giuseppe Fusari ed è stata allestita in occasione del 350° anniversario della morte del pittore, nato il 16 ottobre 1601 a Brescia e morto nella medesima città il 28 ottobre 1661.
Si tratta di un artista che nel corso del Seicento dipinge molte pale d’altare per le chiese bresciane, in località come Provezze, Cellatica, Roccafranca, Mompiano, Quinzano d’Oglio, Lovere, Chiari, Zone, Bovegno, San Zeno Naviglio e Verolanuova, dove lascia uno dei suoi capolavori: i “Misteri del Rosario” eseguiti nel 1652. Ottavio Amigoni, dopo una formazione con influssi d’arte bolognese e genovese, si avvicina alla cultura bresciana del Moretto e di Pietro da Marone, precisamente negli anni Trenta.
In seguito, lasciandosi alle spalle l’ormai superato manierismo che aveva recepito dal maestro bresciano Bernardino Gandino, compie la sua maturazione in senso barocco, e negli anni Cinquanta raggiunge un linguaggio maturo con tonalità cromatiche più fredde e chiare. La mostra propone una quarantina di opere dell’Amigoni, insieme ad altre di artisti a lui contemporanei, che ci aiutano a ripercorrere la sua carriera in quella fucina artistica che era Brescia nel corso del Seicento.
Siamo nel Secolo del passaggio tra manierismo e barocco, durante il quale influssi emiliani e soprattutto veneziani contribuivano alla formazione dei pittori chiamati a lavorare nel territorio bresciano. Giuseppe Fusari nel 2006, scrivendo la prima monografia su Ottavio Amigoni, definisce il pittore “Un piccolo e ozioso ritardatario provinciale”, in quanto la sua maturazione barocca avviene in ritardo rispetto all’ambiente che lo circondava. Infatti sul finire della carriera mostra “il suo ultimo, estenuato tentativo di allinearsi in qualche modo alla pittura del Seicento”. Malgrado tutto, l’Amigoni risulta un pittore piacevole, da non far scivolare nell’oblio della memoria, perché la storia dell’arte, specialmente quella provinciale, non è formata solo dai grandi protagonisti.
"Salita al Calvario"


Concerto a quattro mani dedicato al poeta dialettale bresciano Angelo Canossi

Charlie Cinelli, con l'amico musicista Roberto Soggetti, ha ideato e messo in scena, il concerto teatrale «Angel 1862» dedicato al grande poeta dialettale per il centocinquantesimo anniversario della nascita: Canossi infatti nacque a Brescia il 23 marzo 1862. Sarà la chiesa di San Giorgio, nell'omonima piazzetta, in città, a fare da sfondo allo spettacolo, venerdì 30, sabato 31 marzo e domenica 1 aprile (alle 21, gratuito; info e prenotazioni: 030/3749913).
Venerdì 11 maggio, sarà replicato, alle 20.45, all'Auditorium della Bcc Agro Bresciano di Ghedi, grazie all'interessamento dell'Associazione culturale La Fenice. 

Concerto teatrale, perché le poesie del Canossi saranno cantate e recitate, accompagnate da momenti solo strumentali. Rivestite di un suono che richiama il periodo storico nonché l'indole del poeta, ora melanconica, ora ironica o sognante. Il ritmo e la scansione musicale, le poesie scelte «ce li avevamo già dentro. Ci saranno gli scorci musicali più malinconici e i momenti più canzonetta», ha anticipato Cinelli, presentando il concerto con Soggetti, il presidente della Provincia Daniele Molgora, il maestro Ezio Rojatti per la Fondazione Provincia di Brescia Eventi (i due enti supportano l'appuntamento), l'assessore provinciale alla Cultura Silvia Razzi e il presidente de «La Fenice», Vittorio Damiani. 

Il vestito sonoro ai versi di Canossi lo cuciranno, con Cinelli e Soggetti, i musicisti dell'ottetto che li accompagnerà sul palcoscenico: Vincenzo Albini al violino, Claudio Minelli alla viola, Michele Tagliaferri al violoncello, Alan Cretti al contrabbasso, Marzia Tonoli al corno, Gabriele Rubino al clarinetto, Stefania Maratti al flauto e Paolo Soggetti alle percussioni. Cinelli duetterà con la cantante bresciana Ivana Gatti ne «La serenada», melodia che Canossi riportò in patria dalla Provenza. 

Quattordici brani racchiusi da una ouverture e da un concerto strumentale - che riassumerà le melodie ascoltate - composti e arrangiati da Roberto Soggetti (fonte: Giornale di Brescia)


Concerto nella Chiesa di San Giorgio
Venerdì 23 Marzo 2012, ore 21.00
Ingresso libero




"Aperti per voi", il Touring festeggia il milionesimo visitatore. Due i siti bresciani

Il Touring Club Italiano festeggia il milionesimo visitatore all’interno di uno dei 28 siti che aderiscono all’iniziativa “Aperti per Voi”.

“Aperti per Voi” nasce per volere del Touring Club Italiano nel 2005 con l’obiettivo di favorire l’apertura sistematica e continuativa di luoghi di cultura (musei, aree archeologiche, palazzi storici, chiese, etc) grazie alla collaborazione dei Volontari Touring per il Patrimonio Culturale. L’intento è quello di promuovere e diffondere la conoscenza dei beni culturali consentendo la visita di siti solitamente chiusi al pubblico o aperti con orario ridotto per mancanza di risorse. L’impegno del Touring è quello di garantirne l’apertura in modo sistematico e continuativo grazie alla presenza dei Volontari che assicurano l’accoglienza e l’attività informativa di orientamento ai visitatori, oltre al supporto alla sorveglianza dei luoghi. Nel 2010 “Aperti per voi” ha ricevuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Inoltre, in occasione del raggiungimento del milionesimo visitatore anche il Presidente della Repubblica ha voluto conferire il suo Alto Patronato.

Il Touring, non si limita a tenere aperto il sito, ma si impegna a renderlo “vivo” promuovendone la conoscenza e realizzando, dove possibile, manifestazioni e iniziative ad hoc come concerti, visite guidate, mostre, incontri e letture. In tutta Italia “Aperti per voi” è sostenuto e reso possibile grazie al contributo di oltre 1000 Volontari che, grazie alla loro disponibilità, all’entusiasmo e alla passione, mettono a disposizione parte del loro tempo libero per consentire la fruizione dei luoghi.

A Brescia i Volontari sono impegnati alla chiesa di San Giorgio, edificata nella seconda metà del Duecento, rimaneggiata in periodo barocco e rimasta chiusa al pubblico dalla metà degli anni Settanta (piazzetta San Giorgio - sabato e domenica dalle 10 alle 18) e al percorso archeologico di Palazzo Martinengo, che costituisce un’occasione davvero unica per scoprire le testimonianze di ben tre millenni di storia della città (via dei Musei 30 - da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13).

Altopiano di Cariadeghe, Serle, 3 Marzo 2012


Il Monastero di San Pietro in Monte. Si erge sulla sommità dell'altopiano.

Fu fondato nel 1039 dal vescovo bresciano Olderico 1°
Aria di Primavera...

18 Marzo 2012 - Visita al Castello di Padernello con il Touring Club Italiano

Veduta aerea del castello







Immerso nel verde della Bassa Bresciana, Il castello di Padernello, fu edificato nel 1485 da Bernardino Martinengo e si erge ancora oggi a dominare l’antico borgo dei Martinengo. Recentemente sono emersi documenti che confermano l’esistenza di un nucleo più antico intorno alla fine del 1300. Fu inizialmente edificato con una funzione difensiva e fu posto a guardia del borgo di Padernello che confinava con le proprietà dei Gambara, altra famiglia antica bresciana con cui i Martinengo erano spesso in competizione. Oggi è possibile vedere altri due elementi che appartengono a questo periodo in cui il castello ebbe per lo più il ruolo di roccaforte: la torre che sovrasta il ponte levatoio e il mastio, vedetta sul territorio circostante. Pian piano però, l'edificio acquisì un carattere squisitamente residenziale. Col passare del tempo il maniero si impreziosì di elementi architettonici che lo trasformarono in residenza nobiliare, pur mantenendo nel contempo un carattere di difesa. Nel Cinquecento, sulla moda delle grandi famiglie mantovane, venne eretto un loggiato interno ad archi, mentre fu nel Settecento che il castello subì una vera e propria trasformazione da parte dell'architetto Marchetti, il quale, su richiesta dei proprietari, volle renderlo una vera e propria residenza signorile, abbellendolo con un'imponente scalinata che permetteva ai nobili di accedere direttamente al piano adibito ai loro appartamenti. Purtroppo il castello conobbe una parabola discendente nel Novecento, che culminò con il suo abbandono negli anni Sessanta da parte dei proprietari con conseguenti deterioramenti dovuti al tempo. Nel 2005 il comune è riuscito ad acquisire l'immobile, passandolo nelle mani della Fondazione del Castello di Padernello che si sta attualmente occupando dei restauri e dell'apertura del monumento al pubblico, con visite guidate, mostre e spettacoli di vario genere, contribuendo anche alla rivitalizzazione e valorizzazione dell’assai caratteristico borgo circostante.

Il mistero della Dama Bianca
Quello che attira molti turisti al castello è ciò che lo ha reso famoso in tutto il circondario: il mistero della "Dama Bianca". Questo maniero, come tanti altri, risulterebbe infatti abitato da un fantasma (!!). La cosa inusuale è che detto fantasma, quello di una adolescente, al secolo Biancamaria Martinengo, non subì una morte violenta, vittima della perversione delle passioni umane. La fanciulla infatti perì in un tragico incidente che la vide annegare nelle acque del fossato. Figlia di Gaspare Martinengo, Biancamaria era di una bellezza fuori dal comune, cosa che l'aveva resa oggetto di numerose proposte di matrimonio da parte di diversi nobili già all'età di tredici anni. Tuttavia la piccola non era interessata a queste "cose mondane", attirata com'era dalla natura circostante e dai suoi misteri. Bianca amava semplicemente la vita, che guardava con i suoi occhi di bambina e mal sopportava le angherie del suo tempo. Era di salute cagionevole, cosa che era aggravata dal dolore provato nel vivere rinchiusa nella città fortificata di Brescia. Fu così che nel novembre del 1479 suo padre, inconsapevole del destino che l'attendeva, decise di mandare sua figlia allora tredicenne a vivere nella bellissima casa-castello che il fratello Bernardino Martinengo aveva appena finito di costruire a Padernello, sperando che lì la figlia potesse riprendersi. Fu qui che in una notte di agosto del 1480 la piccola cadde nel fossato dagli spalti merlati. Si dice che il suo fantasma compaia vestito di bianco con un libro d'oro in mano nelle cui pagine è racchiuso il suo segreto. La Dama Bianca farebbe la sua apparizione una volta ogni dieci anni nella notte in cui si consumò il suo tragico destino. Il prossimo appuntamento con il fantasma è per il 2020!

Informazioni utili

INDIRIZZO: Via Cavour, 1 - Fraz. Padernello 25022 Borgo San Giacomo (BS)
COME ARRIVARE: dalle tangenziali sud o ovest di Brescia seguire le indicazioni per Quinzano d' Oglio, dopo circa 20 km, girare a destra per S. Paolo, seguire poi per Padernello.
PRENOTAZIONI: telefonare al 3664378715 o inviare una mail a: segreteria@clubtouringbrescia.it
RITROVO: ore 09.45 davanti all’entrata del castello. Fine visita: ore 12:00
«I volti del Romanino rabbia e fede» : un festival dedicato all'artista
3-17 Marzo 2012
Continuano gli appuntamenti dedicati al Romanino, il più geniale e anticlassico dei pittori bresciani del Cinquecento. L' iniziativa è stata ideata dall'Associazione Culturale «Cielivibranti» e sostenuta da Provincia di Brescia, Comunità Montana di Vallecamonica e dai Comuni di Pisogne, Breno e Bienno, località in cui Romanino ha lasciato alcuni cicli di affreschi che sono tra le testimonianze più alte del suo percorso artistico. L'intento è di far conoscere e valorizzare presso un pubblico non solo locale le sue opere con proposte che prevedono momenti musicali, proiezioni video, presentazione di libri, riflessioni e tavole rotonde. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero
Prossimi appuntamenti:
Venerdì 16 marzo, alle 20.30, a Bienno musica, arte e spiritualità si incontreranno in un concerto lirico del soprano Norma Raccichini accompagnata al pianoforte da Adele D'Aronzo che eseguiranno pagine sacre di Bach, Haendel, Pergolesi, Haydn e Mozart introdotte dagli interventi di don Giuseppe Fusari, direttore del Museo Diocesano d' Arte sacra a Brescia.
Sabato 17 marzo, alle 20.30, a Pisogne si terrà un concerto di arie sacre del Coro lirico bresciano «Giuseppe Verdi» diretto da Edmondo Savio ed infine, il 25 marzo alle 20.30, ancora a Pisogne replicherà «ContemporaneaMENTE Romanino». (Fonte: Bresciaoggi del 2 Marzo 2012)
Romanino "Crocifissione" Chiesa S. Maria della Neve di Pisogne