Dal 31 Ottobre al 31 Marzo

“Terre di confine. Una necropoli dell'età del Ferro  a Urago d'Oglio”

I lavori di realizzazione dell’autostrada Brescia-Bergamo-Milano (BreBeMi) hanno portato alla luce nel territorio di Urago d’Oglio una piccola necropoli protostorica del V sec. a.C. La necropoli non rappresenta l’unico ritrovamento: circa 130 siti di interesse archeologico sono stati individuati tra il 2009 e il 2011, anni in cui sono stati effettuati gli scavi per la realizzazione dell’autostrada, in una zona della media pianura lombarda attraversata da terreni agricoli finora libera da costruzioni e assai poco indagata. La necropoli rappresenta quindi solo un piccolo, ma importante passo della futura musealizzazione di tutti i reperti che sono venuti alla luce.
L’interesse della scoperta è veramente notevole: la necropoli è riconducibile alla Cultura di Golasecca, ma è ubicata oltre il confine orientale tradizionalmente definito dagli specialisti. Si trova in prossimità di un tracciato fluviale importante quale è il fiume Oglio, al centro di vivaci rotte di scambio con varie culture: il mondo etrusco-padano, l’area veneta, il mondo alpino e l’area ligure. Una commistione culturale quindi che, nel caso specifico della necropoli, si riflette anche nella composizione dei corredi, espressione dell’incontro e della mescolanza di genti diverse, e nel rituale funerario misto, a inumazione e a cremazione.
La necropoli si estendeva su un’area di 6.400 mq, a pochi metri dal fiume Oglio, in località Cascina Giardina. E’ composta da sette tombe, di cui almeno quattro erano destinate a ospitare defunti molto giovani. Lo rivelano i ninnoli e i bicchierini conservati nelle fosse, piccoli oggetti che dovevano accompagnare il morto nell’aldilà, e che hanno dimensioni adatte più a un bambino che ad un adulto. E lo rivela poi la sorprendente scoperta di una tomba dove è stato ritrovato lo scheletro di una bambina.
L'allestimento è corredato da pannelli esplicativi e da disegni che illustrano le cerimonie funerarie praticate dagli abitanti dell'insediamento protostorico di Urago e rendono evidente l'uso di alcuni oggetti rinvenuti. Nelle teche sono sistemati i materiali ritrovati nelle sette tombe della necropoli in cui si è praticato un rito funerario misto, con cinque incinerazioni e due inumazioni in fossa. I corredi sono costituiti, oltre che da ceramiche, anche da braccialetti in bronzo e fibule, che servivano a chiudere i tessuti in cui venivano conservate le ceneri di chi veniva cremato. Nel corredo della bambina inumata sono stati ritrovati anche due incisivi di castoro, probabilmente usati come gioielli. Tra gli oggetti si notano un grande boccale, che fungeva da urna cineraria ed era chiuso da una ciotola posata capovolta con la funzione di coperchio, un'olletta caratterizzata da una decorazione a unghiate, disposte in sette file, caratteristica dell'area ligure, ritrovata in una tomba, da cui provengono anche un pendaglio a secchiello e una pinzetta in bronzo, entrambi impreziositi da un'elegante decorazione a occhi di dado, e un curioso oggetto per la pulizia delle orecchie.



La mostra, inaugurata il 30 Ottobre a Santa Giulia, è a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia in collaborazione con Comune di Urago d’Oglio, BreBeMi, Associazione “Al Castellaro”, Comune di Brescia, Santa Giulia. Museo della città. La mostra è stata allestita nella sala alla fine del percorso dell'Età Romana.  Resterà aperta fino al 31 Marzo 2013








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