I lavori di realizzazione dell’autostrada
Brescia-Bergamo-Milano (BreBeMi) hanno portato alla luce nel territorio di
Urago d’Oglio una piccola necropoli protostorica del V sec. a.C. La necropoli
non rappresenta l’unico ritrovamento: circa 130 siti di interesse archeologico
sono stati individuati tra il 2009 e il 2011, anni in cui sono stati effettuati
gli scavi per la realizzazione dell’autostrada, in una zona della media pianura
lombarda attraversata da terreni agricoli finora libera da costruzioni e assai
poco indagata. La necropoli rappresenta quindi solo un piccolo, ma importante
passo della futura musealizzazione di tutti i reperti che sono venuti alla
luce.
L’interesse della scoperta è veramente notevole: la necropoli
è riconducibile alla Cultura di Golasecca, ma è ubicata oltre il confine
orientale tradizionalmente definito dagli specialisti. Si trova in prossimità
di un tracciato fluviale importante quale è il fiume Oglio, al centro di vivaci
rotte di scambio con varie culture: il mondo etrusco-padano, l’area veneta, il
mondo alpino e l’area ligure. Una commistione culturale quindi che, nel caso
specifico della necropoli, si riflette anche nella composizione dei corredi,
espressione dell’incontro e della mescolanza di genti diverse, e nel rituale
funerario misto, a inumazione e a cremazione.
La necropoli si estendeva su un’area di 6.400 mq, a pochi
metri dal fiume Oglio, in località Cascina Giardina. E’ composta
da sette tombe, di cui almeno quattro erano
destinate a ospitare defunti molto giovani. Lo rivelano i ninnoli e i
bicchierini conservati nelle fosse, piccoli oggetti che dovevano accompagnare
il morto nell’aldilà, e che hanno dimensioni adatte più a un bambino che ad un
adulto. E lo rivela poi la sorprendente scoperta di una tomba dove è stato ritrovato
lo scheletro di una bambina.
L'allestimento è corredato da
pannelli esplicativi e da disegni che illustrano le cerimonie funerarie
praticate dagli abitanti dell'insediamento protostorico di Urago e rendono
evidente l'uso di alcuni oggetti rinvenuti. Nelle teche sono sistemati i
materiali ritrovati nelle sette tombe della necropoli in cui si è praticato un
rito funerario misto, con cinque incinerazioni e due inumazioni in fossa. I
corredi sono costituiti, oltre che da ceramiche, anche da braccialetti in bronzo e
fibule, che servivano a chiudere i tessuti in cui venivano conservate le ceneri
di chi veniva cremato. Nel corredo della bambina inumata sono stati ritrovati
anche due incisivi di castoro, probabilmente usati come gioielli. Tra gli oggetti si notano un
grande boccale, che fungeva da urna cineraria ed era chiuso da una ciotola
posata capovolta con la funzione di coperchio, un'olletta caratterizzata da una
decorazione a unghiate, disposte in sette file, caratteristica dell'area ligure,
ritrovata in una tomba, da cui provengono anche un pendaglio a secchiello e una
pinzetta in bronzo, entrambi impreziositi da un'elegante decorazione a occhi di
dado, e un curioso oggetto per la pulizia delle orecchie.
La mostra, inaugurata il 30 Ottobre a Santa Giulia, è a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia in collaborazione con Comune di Urago d’Oglio, BreBeMi, Associazione “Al Castellaro”, Comune di Brescia, Santa Giulia. Museo della città. La mostra è stata allestita nella sala alla fine del percorso dell'Età Romana. Resterà aperta fino al 31 Marzo 2013
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