Tesori nascosti della pianura bresciana (2):
Verolanuova
Verolanuova
Domenica 24 Febbraio, ore 14.45: Itinerario guidato con il Touring Club Italiano
Verolanuova (antica Verola Alghise) è una città ricca
di edifici civili e religiosi di grande valore artistico. In base alle
testimonianze del Guerini, il territorio di Verolanuova, come quello di
Verolavecchia, viene sottoposto intorno al 760 ad una bonifica agraria per
volere degli ultimi re longobardi da parte dei monaci e vassalli della nascente
Badia di Leno, che essi stessi avevano fondato. Con l’avvento del regime
feudale, la storia di questo paese coincide con quella della famiglia Gambara
che domina su questo feudo e stabilisce qui la sua dimora a partire dalla fine
del XII secolo. Fino alla fine del 1700, Verolanuova ricopre il ruolo di una
vera e propria capitale all’interno del principato economico, culturale ed
artistico costituito dai feudi di questa potente famiglia bresciana.
L’intervento dei Gambara non si limita solo alle residenze di famiglia, ma
segna l’urbanistica della città e l’aspetto degli edifici sacri, dall’antica
parrocchiale di San Lorenzo, poi sede della Disciplina, alla nuova grande
Basilica seicentesca, allo scomparso Convento dei Padri Cappuccini.
Palazzo Gambara |
Il nostro itinerario parte dalla meravigliosa piazza principale
del paese, Piazza della Libertà, del
XVII sec. che al tempo era parte del giardino privato del Palazzo Gambara, oggi
Palazzo del Comune, tant'è vero che si
può osservare la sua forma ad anello tipica dei maneggi dell'epoca. Si prosegue
con la visita alla monumentale Parrocchiale, la Basilica romana minore di San Lorenzo Martire. Ricostruita nel Seicento subito dopo la
devastante pestilenza del 1630, la chiesa è stata arricchita di opere d’arte
dal mecenatismo dei Gambara. Vanta due enormi tele (mq 66 ciascuna: Caduta della manna e Sacrificio di Melchisedec) eseguite nel
1740-41 da Giambattista Tiepolo. Poco distante è la Chiesa della Disciplina (sec. XIV-XVI), già chiesa parrocchiale di
S. Lorenzo, affiancata da una armoniosa torre campanaria tardo gotica (1473).
La chiesa della Disciplina, abbandonata per lungo tempo e riaperta solo da
pochi anni, conserva nel suo interno copiose tracce della decorazione quattro-cinquecentesca
ad affresco ed il monumento funebre del Conte Nicolò II Gambara (+1592), vero e
proprio capolavoro della scultura bresciana del Manierismo, opera di Pietro
Maria Bagnatore. L’itinerario prosegue con la visita al Castel Merlino, la più antica residenza della famiglia Gambara in
Verolanuova, collocata su un'altura che emerge dalla campagna e che un tempo
era circondata da un fossato. Il maniero porta questo nome in quanto Brunoro I,
uno dei personaggi di maggior spicco della dinastia, volle dedicarlo alla
moglie Ginevra intitolandolo a Merlino, il mitico mago dei poemi cavallereschi.
Dopo una breve passeggiata lungo il Borgo
Medievale e il fiume Strone, la visita giunge alla sua ultima tappa, Palazzo Gambara, ora municipio,
edificato nel ’500 dall’architetto Dionisio Baldo di Pralboino. La sontuosità è
annunciata dalle balaustre marmoree del ponte che attraversa la roggia
Gambaresca e porta al cancello, ornato dalle statue barocche di Minerva e
Marte. All’interno vi sono quattro sale con volte decorate a quadrature dal
Malosso (sec.XVIII).
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Basilica: Particolare di una delle tele del Tiepolo |